Un movimento in continuo crescendo (60 mila calciatrici). Tra investimenti, risultati e stadi sempre più pieni. Ciò che accade da qualche anno in Spagna è il segno tangibile di una realtà con grandi ambizioni. Ne è testimonianza l’attuale tredicesimo posto nel Ranking FIFA: sopra l’Italia, dietro la Norvegia. A una Nazionale sempre più competitiva si accompagna un torneo (Primera Iberdrola) dai valori tecnici importanti. E dai team di grido, come Barcellona, Atletico Madrid, Atletic Bilbao, Valencia, Espanyol, Siviglia e Levante.
LE ORIGINI DEL CALCIO FEMMINILE IN SPAGNA
Praticato già a partire dal 1910, la storia del movimento spagnolo è a dir poco travagliata. Se durante la Seconda Repubblica (1931-1939) il gioco del calcio trova una certa diffusione, durante il Franchismo (1939-1975) il divieto di praticarlo è categorico. La mancanza di un campionato fino al 1988 viene poi sopperita dalla nascita della Liga Nacional. Queste le squadre impegnate nel primo torneo:
- Olímpico Fortuna
- Puente Castro
- Parque Alcobendas
- Santa María Atlético
- Vallés Occidental
- Espanyol
- Barcellona
- CE Sabadell
- Peña Barcelonista
Eppure già dal 1970 compaiono già le prime squadre nella Penisola Iberica, anche se non riconosciute ufficialmente fino al 1980. In questo senso la prima competizione nazionale risale al 1983: viene disputata la prima edizione della coppa nazionale (Copa de la Reina).
PRIMERA IBERDROLA: UN CAMPIONATO SEMPRE PIÙ COMPETITIVO
Liga Nacional, Division de Honor, Superliga, Primera Division, Liga Iberdrola, Primera Iberdrola. Queste le denominazioni della massima divisione spagnola dal 1988 a oggi. Attualmente a 16 squadre, nell’ultima stagione è stata vinta dall’Atletico Madrid. Proprio nella città madrilena fino a oggi sono confluiti 11 titoli, tra Colchoneros, Rayo Vallecano e Oroquieta Villaverde. Tra le società più vincenti figurano anche Athletic Bilbao (5 titoli), Barcellona (4) e Levante (4). Ecco le squadre iscritte al torneo 2019/2020:
- Athletic Bilbao
- Atlético Madrid
- Barcellona
- Betis
- Deportivo
- Espanyol
- G. Tenerife Sud
- Huelva
- Levante
- Logroño
- Madrid CFF
- Rayo Vallecano
- Real Sociedad
- Siviglia
- Tacón
- Valencia
Inoltre piramide del calcio spagnolo è divisa in due fondamentali parti: prime due serie (Primera e Segunda) nazionali, le altre gestite dalle numerose federazioni territoriali.
NAZIONALE MAGGIORE A UN PASSO DALLA TOP 10 DEL RANKING FIFA. E CHE SETTORE GIOVANILE…
1971. Questo l’anno del debutto (non ufficiale) de La Roja, fondata l’anno prima da Rafael Muga e osteggiata dalla federazione spagnola. Tra le prime amichevoli spicca anche una sfida con l’Italia, all’Olimpico di Torino: 8-1 il finale per le Azzurre. Un vero e proprio punto di partenza che culmina nell’esordio ufficiale: è il 5 febbraio 1983 e il Portogallo batte le ragazze di Teodoro Nieto per 0-1. Da quel momento la selezione iberica si affaccerà per 2 volte ai Mondiali (2015-2019) e 3 agli Europei (1993-2013-2017)., oltre a conseguire vittorie all’Algarve Cup (2017) e alla Cyprus Cup (2018).
Il settore giovanile de La Roja è forse uno dei migliori in Europa. Lo testimoniano i continui risultati ottenuti nel corso degli anni: Europei U19 (2004-2017-2018), Mondiali U17 (2018), Europei U17 (2010-2011-2015-2018). Risultati non casuali, se è vero che nel 2019 la Federcalcio spagnola ha investito circa 20 milioni di euro per le attività giovanili femminili.
LOTTE FRUTTUOSE: IN SPAGNA ECCO IL PROFESSIONISMO
Il 2015? Uno spartiacque. Da un campionato con scarsa attrattiva e rimborsi spese ai limiti del ridicolo ai riflettori accesi. Sotto ogni punto di vista. Complici investimenti e risultati. Ma anche scioperi. Come quello del 16-17 novembre scorso. Tra le richieste, ecco il salario minimo garantito: 12 mila euro per contratti a mezza giornata, 18 mila euro per quelli al 75%. Le lotte hanno dato i loro frutti. Più precisamente dal 15 gennaio 2020, quando è stato sottoscritto il primo contratto di categoria. Non solo stipendi, ma anche ferie (pagate), maternità (pagata) e assicurazione (a carico dei club). Passi da gigante a cui l’Italia guarda con ammirazione, in attesa di una svolta.