Un realtà al vertice per numero di tesserate (112 mila), settore giovanile incluso (84 mila). Dati importanti che restituiscono la portata del movimento australiano. Quantità, qualità e investimenti le tre cifre essenziali. Il tutto nel segno di una crescita continua, forte del confronto costante con USA e Svezia, su tutte. In Australia il calcio è una cosa seria e il comparto femminile non è da meno. Anzi. Vuoi per una Nazionale stabilmente nella top 10 FIFA, vuoi per un torneo interno (W-League) capace di esprimere valori tecnici importanti, vuoi per tante atlete in campo all’estero.
LE ORIGINI DEL CALCIO FEMMINILE IN AUSTRALIA
In Australia i primi match al femminile risalgono al 1921, anno in cui Brisbane esprime 3 società riconosciute per un totale di circa 60 atlete. Proprio nel settembre dello stesso anno al Brisbane Cricket Ground la sfida tra il Nord e il Sud della città richiama qualcosa come 10 mila persone. Numeri impressionanti per uno sport che nel Queensland è di prerogativa operaia. Eppure la considerazione nei confronti della disciplina, quella praticata dal gentil sesso, si pone, almeno agli albori, ai minimi storici: i più lo considerano inadeguato dal punto di vista medico. Il calcio in rosa sopravvive anche dopo la Seconda Guerra Mondiale e questa è una notizia. Il tutto nel segno di strutture associative e sportive rimaste intatte.
Se la pratica sportiva nelle scuole favorisce la diffusione del calcio sin dalla più tenera età, è con l’edizione olimpica di Sydney 2000 che il “soccer” s’impone nell’immaginario nazionale. Da non dimenticare anche i campionati nazionali: dal 1996 al 2004 la WNSL (Women’s Nations Soccer League), dal 2008 a oggi la W-League.
W-LEAGUE: LA SERIE A AUSTRALIANA DOMINATA DAL MELBOURNE CITY
La massima serie australiana, ribattezzata W-League (Westfield League) per ragioni di sponsorizzazione, prende il via nel 2008 in sostituzione della Women’s National Soccer League (1996-2004). La peculiarità? Sette delle otto squadre attive nella prima stagioni sono collegate alle compagini maschili della A-League. Campionato a prevalenza di calciatrici giovani, ha nel Melbourne City la società più vincente: 4 i titoli nelle ultime 5 edizioni. Compresa quella da poco conclusa, dopo la vittoria di misura sul Sydney FC (ne avevamo scritto QUI). Ecco le squadre iscritte nella stagione 2019/2020:
- Adelaide United
- Brisbane Roar
- Canberra United
- Melbourne City
- Melbourne Victory
- Newcastle Jets
- Perth Glory
- Sydney FC
- West Sydney
La piramide del calcio australiano è divisa in nove livelli. Solo la W-League (Serie B) si svolge su base nazionale, mentre la National’s Premier League Women (Serie B) presenta raggruppamenti su base macro-territoriale.
NAZIONALE: ATTIVITÀ E RISULTATI IN CRESCENDO PER LE MATILDAS
1978. Questo l’anno del debutto in tornei internazionali da parte delle Matildas. Per l’occasione la competizione prescelta è il World’s Women Invitational di Taipei. Se nel 2000 le australiane ottengono il settimo posto alle Olimpiadi di Sydney, è nel 1995 che le Wallabies ottengono la prima partecipazioni ai Mondiali, pur classificandosi all’ultimo posto. Tra i tornei vinti spiccano le edizioni 1994-1998-2003 della OFC Women’s Championship (Oceania) e il torneo 2010 dell’AFC Women’s Asian Cup (Asia). Sul fronte piazzamenti, meritano una menzione il quinto posto ai Giochi Olimpici di Atene 2004 e gli ottavi di finale ai Mondiali di Francia 2019.
Tra le nazionali giovanili australiane ecco Under 19 (in precedenza Under 20), Under 17 e selezione sorde.
TORNEI FEMMINILI E MASCHILI CON SALARI MINIMI EQUIPARATI
Parola d’ordine: equità. Nel giugno 2019 è stato equiparato lo stipendio minimo tra W-League ed A-League, fissato in $16,344 (circa 9072 euro). Una cifra da non sottovalutare che peraltro concorrere a formare il salary cap (tetto degli stipendi): $3.2 milioni la cifra in questione, alla cui formazione non concorrono gli emolumenti delle homegrown players (calciatrici cresciute nel vivaio della squadra).