Un sorriso contagioso che ha fatto innamorare tante bambine. Se poi c’è di mezzo un pallone, ecco che l’alchimia diventa perfetta. Il 21 novembre scorso Raffaella ha compiuto 33 anni. Quelli di chi ha già qualche tramonto alle spalle ma sa che tanti altri dovranno venire. Lo sguardo, manco a dirlo, è intriso di stupore. Lo stesso che l’Ancona Respect, realtà tutta dorica, ha dimostrato con un gesto da raccontare. Sì, perché “bastano” estro e inventiva per dimostrare il proprio affetto verso chi, come le ragazze in questione, scardina ogni giorno pregiudizi di genere. “Auguri Raffa, da Ancona Respect” recita lo striscione, tenuto in mano prima dell’allenamento da più di dieci bambine del settore giovanile. Come nasce il legame tra Raffaella e la società anconetana? Lo racconta il responsabile Alessio Abram: “Qualcuna di loro l’ha conosciuta nell’estate scorsa. Sono tutte entusiaste per quello che rappresenta, è vista come idolo da emulare: non a caso è stata capitana del Milan e ha avuto trascorsi gloriosi in Italia e in Germania. In tre volte che si sono viste ha raccontato la sua storia, con tutte le difficoltà nel giocare a calcio“.
CALCIO TRA AGGREGAZIONE E INTEGRAZIONE
Agonismo con valori importanti alla base. Così nasce il settore femminile dell’Ancona Respect, realtà che fa del rifiuto di ogni discriminazione la propria missione. Non a caso sono ormai 100 le iscritte tra prima squadra e settore giovanile. “La nostra società lavora tanto sul sociale – afferma Abram – Oltre allo sport abbiamo teatro, un doposcuola e varie attività ludiche e ricreative“. E ancora: “Il calcio per noi è un mezzo. Lo scopo principale è rappresentato dall’inclusione e dall’aggregazione. La nostra sede è situata in un quartiere popolare, con un’alta densità di popolazione di origine straniera. Per quanto riguarda l’attività calcistica, quest’anno i nostri istruttori vanno nelle scuole: tante realtà ce l’hanno chiesto“.